Una Biennale d'arte Contemporanea è come un orologio che ogni due anni obbliga a riflettere sui tempi in cui viviamo, dove la velocità di cambiamento è pari all’evoluzione tecnologica di questo cinquantennio.
Ne scaturisce un periodo di fermento intellettuale, nel quale artisti di tutto il mondo possono confrontarsi e scontrarsi come degli atomi generando energia che investe il fruitore.
La terza Biennale, che aprirà le porte il 6 di ottobre 2018 a Palazzo Fruscione, è cresciuta, e come ogni altro organismo vivente si è arricchita delle esperienze passate, facendo tesoro di tutto ciò che l’ha investita negli anni precedenti.
Sarà un’edizione decisamente sperimentale, con le novità che ci si aspetta da un laboratorio artistico, dove “ l’ARS”, che ha la capacità di guardare la realtà da più punti di vista e di collegare cose che solo all’apparenza sembrerebbero incollegabili, avrà il compito di aprire nuovi orizzonti.
Potrebbe sembrare pretestuoso, ma in realtà è esattamente ciò che ci si aspetta da una Biennale: creare sensazioni, aprire il dialogo e creare dubbi.
Orgogliosamente innovativi, guardiamo con grande interesse alle nuove espressioni artistiche. La Biennale di quest'anno, infatti, oltre alle forme d'Arte figurativa tradizionale, si riapre all’innovazione, riconoscendo come arte, a tutti gli effetti, anche le forme più recenti della stessa, come il videogioco, il fumetto, il cartone animato, lo spot pubblicitario, il cosplay e tante altre, grazie anche alla recente collaborazione con lo IUDAV (Corso di Laurea in Videogiochi e Animazione).
E, sempre più protesi in avanti, presenteremo le nuovissime Sezioni dedicate alla Musica e alle Neuroscienze delle Arti.
L'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme di creatività e di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate o acquisite e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza. Pertanto l'arte è un linguaggio, ossia la capacità di trasmettere emozioni e messaggi.
Le edizioni della Biennale di Salerno sono legate da un filo che, si spera, diventi sempre più lungo, e da una regola fondamentale che ha sempre contraddistinto noi curatori e che non sarà mai tradita: autonomia e libertà.
Auguro a tutti una buona Biennale.
Ne scaturisce un periodo di fermento intellettuale, nel quale artisti di tutto il mondo possono confrontarsi e scontrarsi come degli atomi generando energia che investe il fruitore.
La terza Biennale, che aprirà le porte il 6 di ottobre 2018 a Palazzo Fruscione, è cresciuta, e come ogni altro organismo vivente si è arricchita delle esperienze passate, facendo tesoro di tutto ciò che l’ha investita negli anni precedenti.
Sarà un’edizione decisamente sperimentale, con le novità che ci si aspetta da un laboratorio artistico, dove “ l’ARS”, che ha la capacità di guardare la realtà da più punti di vista e di collegare cose che solo all’apparenza sembrerebbero incollegabili, avrà il compito di aprire nuovi orizzonti.
Potrebbe sembrare pretestuoso, ma in realtà è esattamente ciò che ci si aspetta da una Biennale: creare sensazioni, aprire il dialogo e creare dubbi.
Orgogliosamente innovativi, guardiamo con grande interesse alle nuove espressioni artistiche. La Biennale di quest'anno, infatti, oltre alle forme d'Arte figurativa tradizionale, si riapre all’innovazione, riconoscendo come arte, a tutti gli effetti, anche le forme più recenti della stessa, come il videogioco, il fumetto, il cartone animato, lo spot pubblicitario, il cosplay e tante altre, grazie anche alla recente collaborazione con lo IUDAV (Corso di Laurea in Videogiochi e Animazione).
E, sempre più protesi in avanti, presenteremo le nuovissime Sezioni dedicate alla Musica e alle Neuroscienze delle Arti.
L'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme di creatività e di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate o acquisite e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza. Pertanto l'arte è un linguaggio, ossia la capacità di trasmettere emozioni e messaggi.
Le edizioni della Biennale di Salerno sono legate da un filo che, si spera, diventi sempre più lungo, e da una regola fondamentale che ha sempre contraddistinto noi curatori e che non sarà mai tradita: autonomia e libertà.
Auguro a tutti una buona Biennale.