Salerno vive il suo sogno di città turistica e, travolta da un’ondata vitale di energia creativa, vede fiorire botteghe e fornaci, apre i suoi teatri, le chiese, i musei, i palazzi per mostre, incontri culturali, dibattiti, concerti, rappresentazioni teatrali. La città di mare, per sua natura inquieta e provinciale, cerca il riscatto nella immagine visionaria che la proietta sulla ribalta nazionale come simbolo di Sud positivo, confine e baluardo della civiltà – ancora come in “Cristo si è fermato ad Eboli”, oppure come ultima fermata della Ferrovia ad alta velocità verso il Tirreno, o frontiera di mare per gli sbarchi in Europa, o come scalo d’élite con l’aeroporto che dovrebbe decollare prima o poi.
La città possiede tutti i requisiti di Prima donna da palcoscenico: un passato illustre per la medicina e per la cultura, un patrimonio storico-artistico di rilievo, la mitica bellezza naturale spalmata su due costiere complementari, un clima felice ed una terra fertile. Poi, nell'urbanistica, si confronta direttamente con il mito, elevando costruzioni a firma di architetti mondiali.
La trasformazione in atto determina un cambiamento nello spirito del luogo: il fermento creativo che dal nuovo millennio anima sia i salotti culturali che le associazioni ed i singoli artisti, rispecchia solo in parte la tradizionale eredità dei grandi Maestri e delle scuole d’arte.
La contemporaneità dell’informazione con internet ha rotto per sempre l’equilibrio temporale degli eventi creando la cyber-realtà del momento attuale, in una sorta di coscienza collettiva informatica e democratica in cui tutti hanno il diritto ed il desiderio di partecipare ed esserci, come metafora di essere; la visibilità della navigazione on line ha portato alla ribalta tanti nuovi artisti, di ogni età e sesso, che esprimono la necessità del confronto diretto con l’arte. Il femminile gioca la sua parte, in un campo storicamente riservato agli uomini.
Il salernitano ha bisogno di interiorizzare e metabolizzare il rapido sviluppo del luogo, da paese costiero a capitale del sud. Il ruolo dell’artista serve –hic et nunc- per mediare e farsi ambasciatore, nel volo dal passato verso l’Europa: egli ha le doti peculiari per cogliere lo spiraglio concesso all’arte, anticipando profeticamente la nuova identità cittadina nel suo divenire. L’artista salernitano nel secondo millennio deve rappresentare la storia dell’arte locale, in cui entra di diritto a far parte attraverso la Biennale, che è storicizzata sul territorio ed è un documento prezioso sullo stato dell’arte a Salerno. Nell’Edizione del 2018 la Biennale assegnerà formalmente il Premio Città di Salerno, da me ricevuto nella Seconda Edizione, ufficializzando il sacro legame con la Città ed incoronando l’artista rappresentativo del territorio.
Ringrazio di cuore gli ideatori ed organizzatori di questa lungimirante manifestazione, gli artisti Olga Marciano e Giuseppe Gorga, per avermi scelta quale curatrice della sezione salernitana della Biennale. Avverto profondamente la responsabilità del compito di selezionare gli artisti per la terza edizione, e affronto l’incarico con la consapevolezza di operare sia il censimento che la storicizzazione futura dell’arte territoriale. Credo anche che l’importanza dell’evento contribuirà ad indicare a livello nazionale le nuove tendenze e le correnti estetiche più attuali.
“Carta bianca” è il tema scelto, cioè libertà espressiva senza limiti. La carta o tela sarà tracciata e colorata e non resterà bianca: ma il tema suggerisce la valenza assoluta della creazione nell'ispirazione incondizionata. Riconosco la sacralità del lavoro a cui mi accingo, per cui, parafrasando i poemi epici, termino il mio scritto con l’invocazione alle Muse, affinché mi diano ispirazione, saggezza e competenza. Spero ed auguro che l’ispirazione più pura guidi gli artisti partecipanti nel creare arte che sia anche cultura, che possa educare al bello ed avvicinare ai valori etici ed umani: insieme abbiamo l’energia, la sensibilità e la volontà per creare un futuro migliore, da forgiare con le nostre mani, come un’opera sublime.
La città possiede tutti i requisiti di Prima donna da palcoscenico: un passato illustre per la medicina e per la cultura, un patrimonio storico-artistico di rilievo, la mitica bellezza naturale spalmata su due costiere complementari, un clima felice ed una terra fertile. Poi, nell'urbanistica, si confronta direttamente con il mito, elevando costruzioni a firma di architetti mondiali.
La trasformazione in atto determina un cambiamento nello spirito del luogo: il fermento creativo che dal nuovo millennio anima sia i salotti culturali che le associazioni ed i singoli artisti, rispecchia solo in parte la tradizionale eredità dei grandi Maestri e delle scuole d’arte.
La contemporaneità dell’informazione con internet ha rotto per sempre l’equilibrio temporale degli eventi creando la cyber-realtà del momento attuale, in una sorta di coscienza collettiva informatica e democratica in cui tutti hanno il diritto ed il desiderio di partecipare ed esserci, come metafora di essere; la visibilità della navigazione on line ha portato alla ribalta tanti nuovi artisti, di ogni età e sesso, che esprimono la necessità del confronto diretto con l’arte. Il femminile gioca la sua parte, in un campo storicamente riservato agli uomini.
Il salernitano ha bisogno di interiorizzare e metabolizzare il rapido sviluppo del luogo, da paese costiero a capitale del sud. Il ruolo dell’artista serve –hic et nunc- per mediare e farsi ambasciatore, nel volo dal passato verso l’Europa: egli ha le doti peculiari per cogliere lo spiraglio concesso all’arte, anticipando profeticamente la nuova identità cittadina nel suo divenire. L’artista salernitano nel secondo millennio deve rappresentare la storia dell’arte locale, in cui entra di diritto a far parte attraverso la Biennale, che è storicizzata sul territorio ed è un documento prezioso sullo stato dell’arte a Salerno. Nell’Edizione del 2018 la Biennale assegnerà formalmente il Premio Città di Salerno, da me ricevuto nella Seconda Edizione, ufficializzando il sacro legame con la Città ed incoronando l’artista rappresentativo del territorio.
Ringrazio di cuore gli ideatori ed organizzatori di questa lungimirante manifestazione, gli artisti Olga Marciano e Giuseppe Gorga, per avermi scelta quale curatrice della sezione salernitana della Biennale. Avverto profondamente la responsabilità del compito di selezionare gli artisti per la terza edizione, e affronto l’incarico con la consapevolezza di operare sia il censimento che la storicizzazione futura dell’arte territoriale. Credo anche che l’importanza dell’evento contribuirà ad indicare a livello nazionale le nuove tendenze e le correnti estetiche più attuali.
“Carta bianca” è il tema scelto, cioè libertà espressiva senza limiti. La carta o tela sarà tracciata e colorata e non resterà bianca: ma il tema suggerisce la valenza assoluta della creazione nell'ispirazione incondizionata. Riconosco la sacralità del lavoro a cui mi accingo, per cui, parafrasando i poemi epici, termino il mio scritto con l’invocazione alle Muse, affinché mi diano ispirazione, saggezza e competenza. Spero ed auguro che l’ispirazione più pura guidi gli artisti partecipanti nel creare arte che sia anche cultura, che possa educare al bello ed avvicinare ai valori etici ed umani: insieme abbiamo l’energia, la sensibilità e la volontà per creare un futuro migliore, da forgiare con le nostre mani, come un’opera sublime.